La mobilità sostenibile è uno dei principali obiettivi dell’Unione Europa, un processo indispensabile per garantire il rispetto del Green Deal europeo. L’obiettivo è la totale decarbonizzazione entro il 2050, promuovendo un’economia a basso impatto ambientale attraverso l’uso delle fonti rinnovabili.
Anche nell’agenda politica del nostro Paese le soluzioni innovative per il taglio delle emissioni sono di assoluta importanza, una sfida che passa per l’elettrificazione del parco auto nazionale e la creazione di un’infrastruttura di supporto capillare. Vediamo a che punto è la sfida della mobilità green in Italia e in Europa.
La mobilità sostenibile in Italia
Il nostro Paese è impegnato nella lotta all’inquinamento atmosferico e al cambiamento climatico, obiettivi UE condivisi dall’Italia in qualità di Stato membro e fondatore dell’Unione Europea. In particolare, la mobilità sostenibile è un modello in grado di assicurare diversi benefici, per un uso responsabile dell’energia e una forte diminuzione delle emissioni di anidride carbonica.
L’Italia ha adottato alcune strategie per limitare l’impatto ambientale degli spostamenti, per rendere più ecologici sia il trasporto privato che quello pubblico. Nel dettaglio, i due settori principali d’intervento sono la mobilità elettrica e quella condivisa tramite il sistema della sharing mobility, opzioni che richiedono un consistente impegno dei cittadini, dello Stato e delle aziende.
La mobilità green, infatti, non significa soltanto ridurre le emissioni inquinanti generate dal settore dei trasporti, ma costruire un nuovo modello integrato ad altissima efficienza. Oltre all’impiego di veicoli ecologici, dunque, è fondamentale la creazione di sistemi in grado di soddisfare le esigenze sociali ed economiche, minimizzando le ricadute negative sull’ambiente.
La situazione della mobilità sostenibile 2020
Al momento nel nostro Paese le emissioni di gas serra sono riconducibili per il 23% al trasporto su strada, con una quota legata agli autoveicoli intorno al 60% secondo i rilevamenti dell’Ispra. Inoltre, bisogna considerare anche l’inquinamento da particolato e da ossidi di azoto, due sostanze estremamente nocive per l’ambiente e la salute, delle quali gli spostamenti su gomma sono tra i principali responsabili.
Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA), l’inquinamento atmosferico ha causato nel 2018 oltre 452 mila decessi in Europa. L’Italia è prima per le morti premature da biossido di carbonio, oltre 10 mila, mentre è seconda dietro alla Germania per decessi dovuti alle elevate concentrazioni di azoto, circa 3 mila morti l’anno, e polveri sottili PM10, più di 52 mila decessi.
È evidente come sia fondamentale accelerare sulla mobilità sostenibile in Italia, sfruttando in modo efficiente le risorse stanziate dall’Unione Europea e valorizzando le nuove soluzioni ad alto valore aggiunto. In base al rapporto 2020 OSMM (Optimal Sustainable Mobility Mix), nel nostro Paese esistono diverse criticità e un gap considerevole con il resto d’Europa.
I problemi principali sono la bassa efficienza del trasporto pubblico, un parco auto vecchio e inquinante, lo scarso uso della mobilità condivisa e un ampio impiego delle auto private. Secondo l’OSMM le città più virtuose per la mobilità sostenibile sono Milano, Firenze e Bologna, mentre metropoli come Messina, Napoli e Palermo sono più indietro nello sviluppo di soluzioni green.
Mobilità sostenibile: i progetti in Italia
Nonostante un certo ritardo italiano nell’attuazione di sistemi in grado di ridurre l’inquinamento generato dal trasporto stradale, sono numerosi i progetti di mobilità green in Italia. Innanzitutto, ci sono le agevolazioni per le auto elettriche e ibride, dai bonus per l’acquisto all’esenzione sul bollo auto per i veicoli a zero emissioni e le auto ibride plug-in.
Allo stesso tempo anche alcune aziende private premiano gli automobilisti che scelgono queste vetture ecologiche, ad esempio come lo sconto offerto da quixa sull’assicurazione di auto elettriche e ibride. Il Governo italiano prevede anche incentivi di mobilità sostenibile per comprare mezzi della smart mobility come monopattini e biciclette elettriche, oltre all’Ecotassa per colpire le vetture più inquinanti.
Agevolazioni sono disponibili tramite l’Ecobonus anche per l’installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici, il car sharing e la micro-mobilità integrata. Si tratta di opzioni come il bike sharing, per coprire l’ultimo miglio in modo ecologico lasciando l’auto lontano dal centro urbano, la realizzazione di corsie preferenziali per le bici e blocchi alla circolazione delle auto diesel.
Un progetto importante è legato alla costruzione dell’infrastruttura di ricarica per i veicoli a zero emissioni, con la creazione di una rete capillare ed estesa di colonnine elettriche in tutto il territorio nazionale. Lo stesso vale per il raggiungimento dell’autosufficienza sulle batterie delle auto green, con l’obiettivo di diventare autonomi ed esportatori di tecnologie pulite.
I progetti di mobilità sostenibile
Al momento la situazione in Italia è piuttosto frammentata: infatti, se da un lato esistono città complesse in cui il trasporto incide pesantemente sull’inquinamento atmosferico, in alcune realtà locali i progetti di mobilità sostenibile hanno ottenuti risultati sorprendenti. È il caso di Milano, dove l’attuazione dei PUMS (Piani Urbani di Mobilità Sostenibile) sta aiutando l’Amministrazione cittadina a ridurre le emissioni nocive.
La strategia della metropoli lombarda prevede un focus sul modello del Mobility as a Service, offrendo ai cittadini soluzioni integrate per la mobilità condivisa con sistemi di sharing di auto, bici, scooter ed e-bike. Inoltre, sono in programma il potenziamento della rete ciclabile e del trasporto pubblico a basse emissioni, interventi che hanno posizionato Milano al sesto posto nel mondo per la mobilità green tra le grandi città.
La mobilità sostenibile in Europa
Ovviamente la mobilità urbana sostenibile è promossa dall’Unione Europea, in quanto il 25% dell’inquinamento nel continente è dovuto al trasporto stradale. Il focus delle istituzioni europee è il rafforzamento del servizio di trasporto pubblico, l’implementazione della sharing mobility e l’uso delle nuove tecnologie digitali per migliorare l’efficienza degli spostamenti.
Ad esempio, la mobilità elettrica ha bisogno dello sviluppo delle fonti rinnovabili su larga scala, oltre a una rete europea di ricarica dei veicoli a zero emissioni in modo rapido. Contemporaneamente è necessario finanziarie la ricerca di biocarburanti alternativi, per offrire diverse opzioni oltre alle auto ibride ed elettriche come i veicoli a idrogeno.
Alcune città europee sono più avanti in questo processo, con metropoli come Londra, Parigi, Barcellona e Amsterdam che vantano bassi tassi di motorizzazione, mentre in Norvegia le immatricolazioni di macchine EV hanno superato quelle di vetture diesel e benzina. Simbolico il caso del Comune spagnolo di Pontevedra, oggi una città senza auto grazie a un coraggioso piano di mobilità sostenibile avviato nel 2001.
Senza dubbio le cose da fare sono ancora molte, sia in Europa che in Italia, tuttavia il cammino da seguire è ormai tracciato. Nel nostro Paese dobbiamo necessariamente puntare sull’intermodalità, con soluzioni integrate e alternative efficaci per la mobilità urbana, ripensando gli spostamenti e ottimizzando la collaborazione della governance pubblica in tutti i livelli organizzativi.